Ultimo Incontro

– che cerchi con lo sguardo stamattina?
– Non credo di conoscerla signora.
– L’amena età rincorre altri sentieri bambina mia
Ascolta le sorgenti sono li ad un passo:
“la strada è tanta per la verde acqua
e tante le ombre e i chiari della luna”.
– come nel sonno vorrei rubare la notte al cieco buio,
strappargli dalle mani l’ansia nuda, mia fragile paura
dei suoi dispetti…Oh! Giochi maledetti
per cui sono parte vuota, svuotata per diletto.
Meglio affrettare l’alba, le lodi del mattino
Menare un tocco sordo alla campana
Che chiama prima Messa. Il mio conforto.
Leggero è ciò che sfugge al mio trapasso
Incontrerò un rifugio, la luce bianca,
la calma onda distesa fra la sabbia.
– Allora non temi l’agire tuo forzato?
Un cuore che s’infiamma, la mente che vaneggia…
Se fosse un trucco, se fosse una caverna…
– Sei forse un’indovina? Vuoi dirmi se comincia l’altro cielo?
Perdonami lo scherno, speravo tu sapessi se oltre la cascata…
Ma non c’è tempo. Ti ho conosciuta sai!
Dicevano di te: fredda compagna, amante del silenzio
È nebbia grigia che affossa nello sguardo. Null’è più falso.
Allungami la mano adesso, seconda la mia fretta.